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Direttore: Alessandro Plateroti

Affitti, se te ne dimentichi il proprietario di casa fa l’affare: hai diritto al bonifico, dipende solo da te

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Al termine del contratto di locazione hai diritto alla riscossione di una somma. Ma devi ricordartene; l’affittuario non lo farà per te

Il mercato degli affitti presenta numerose e non trascurabili difficoltà, specie a partire dagli ultimi anni. Trovare una casa che possa soddisfare le proprie esigenze e necessità, dal punto in cui si localizza allo spazio interno pare essere divenuta un’impresa davvero impegnativa.

La situazione è peggiorata drasticamente nell’ultimo quinquennio ed è un disagio che accomuna sfortunatamente l’intero territorio italiano. Alla base della carenza vi è sicuramente la presenza di pochissime offerte davvero valide, ma a prezzi esorbitanti.

Specie se pensiamo che i soggetti prevalentemente attirati dalla possibilità di stabilirsi mediante un contratto di locazione siano lavoratori e studenti in trasferta, che lasciano la propria casa per spostarsi nei grandi centri, in modo da avere maggiori possibilità in termini di studio e lavorative.

La carenza, come detto prima, produce effetti significativamente negativi. Consideriamo ad esempio un’azienda alla ricerca di forza lavoro; con una ridotta presenza di strutture adatte ad ospitare i dipendenti, anche l’impresa farà fatica ad assumerne. Una reazione a catena senza fine, a cui numerose istituzioni stanno cercando di trovare una soluzione concreta, brancolando ancora nella nebbia.

Caparra d’affitto: di cosa si tratta?

Presta molta attenzione alla caparra d’affitto. Si tratta di una somma, che in genere ammonta a massimo due mensilità, che l’affittuario versa al padrone di casa come fosse una garanzia. Quest’ultimo, ricevendo la caparra, avrà un alleato importante che potrà entrare in gioco nel malaugurato caso in cui si verifichino inadempimenti contrattuali o danni all’immobile. E’ un sistema ricorrente durante la stipula dei contratti d’affitto, in modo tale che il locatore possa beneficiare di una vera e propria protezione per l’intera durata dell’accordo.

Si tratta di una somma separata rispetto al canone mensile che l’inquilino ha l’obbligo di versare. La caparra sarà, infatti, destinata solo ad assicurare disagi o danni che potrebbero avvenire nel periodo di locazione. Soltanto al verificarsi di alcune situazioni specifiche, sempre seguendo quanto esposto all’interno proprio del contratto d’affitto, il locatore potrà trattenere tale somma, ma qualora dovesse verificarsi un ‘uso improprio’ della caparra da parte del proprietario dell’immobile, l’inquilino potrà dapprima farlo presente e procedere, se lo riterrà opportuno, anche per vie legali.

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Caparra d’affitto: quando va restituita?

La restituzione della caparra da parte del locatore a beneficio del locatario avviene al termine del contratto precedentemente stipulato, al momento della riconsegna delle chiavi. Ma solo nel caso in cui l’immobile venga lasciato e, perciò, restituito dall’inquilino in buone condizioni, senza presentare significativi danni. Qualora dovessero sorgere controversie in merito allo stato dell’abitazione, che potrebbe aver subito danni, o vengano riscontrare irregolarità nei pagamenti, è diritto dell’affittuario trattenere la somma intera, o solo una parte, mettendo in chiaro le motivazioni alla base di tale decisione.

Inoltre, se il proprietario trattiene la caparra per un periodo prolungato, sarà anche tenuto alla restituzione all’inquilino degli interessi legali, la cui maturazione varia a seconda di quanto previsto dalla legge. Non è raro che contenziosi come questo portano portare l’inquilino a rivolgersi ad un giudice, qualora a detta sua non vi siano le condizioni necessarie affinché la caparra debba essere trattenuta dal conduttore.

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ultimo aggiornamento: 10 Gennaio 2025 18:13

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